Tutta questa operazione è l'affare di un minuto e mezzo o di due. Quella che stamane alle sette era un cencio, oggi alle quattro è una lettera bell'e impostata.
Che ne dite, o figliuoli? Vi pare che la curiosità dell'Argene fosse giustificata? E vi pare, ditemi, un bell'atto di gratitudine verso i grandi lavoratori delle cartiere, quello di sciupar la carta continuamente, come fate voi?
Si alzi l'Ernestina e mi ripeta quanto ho raccontato fin qui.
La spugna.
Che cos'è la spugna, questa spugna colla quale si lava il viso ai bambini e il marmo dei nostri tavolini?
La spugna è un animale, forse la riunione di parecchi animaletti aggruppati gli uni agli altri: animaletti che i naturalisti designano col brutto nome di protozoi.
La spugna, ordinariamente, ha forma rotondeggiante: è bruna, leggera, elastica: e le sue fibre sottilissime, strettamente incrocicchiate fra loro, formano dei grandi e piccoli buchi chiamati pori.
La spugna sta in fondo alle acque, e più specialmente in quelle del Mediterraneo e del Mar rosso: ma si trova anche in certi fiumi. Cerca il luogo che meglio le conviene, vi si abbarbica e a poco a poco avvolge nel suo tessuto gli scogli, le piante e perfino gli animali che le sono vicini.
I buchi, o fori, o pori della spugna comunicano tra loro, e finchè l'animale è vivo, l'acqua vi circola liberamente e dà a questo il nutrimento necessario.
Verso gli ultimi di aprile o i primi di maggio, si staccano dalla cavità delle spugne alcuni ovicini, i quali vengono trasportati dalla corrente a ineguali distanze.
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