Quando l'albero è molto grosso, l'operaio vi pratica parecchie incisioni verticali per non rompere la striscia di sughero che sta levando.
Poi fa altri tagli circolari, distanti l'uno dall'altro circa un metro, e quindi, insieme ad un altro operaio, solleva la scorza con precauzione, servendosi dell'altra estremità dell'ascia, assottigliata a tal'uopo.
- Ed è di quella scorza, zia, che si fanno i tappi?
- Sì, ma non tutta la corteccia può servire a far tappi: alcuni pezzi, per esser troppo scabrosi e ineguali, non possono venir lavorati. Quando il sughero è stato scalzato dall'albero, dev'essere immerso per qualche minuto nell'acqua bollente, la quale lo rende pieghevole, liscio e atto alla fabbricazione dei diversi oggetti.
Il primo strato di sughero è meno pregiato in commercio a causa della sua irregolarità e viene impiegato per gli usi marittimi.
Del sughero di migliori qualità si fanno tappi da bottiglie, boccette, vasi e boccali: e riunendone diverse strisce sopra un tessuto molto consistente, si fanno le cinture, come quella che ti mette la mamma quando fai il bagno; quella cintura ti sostiene sull'acqua e ti agevola l'apprendimento del nuoto.
- È proprio vero che il sughero sta a galla: ma io vorrei sapere perchè ci sta!
- Va a prendere un mezzo bicchiere d'acqua e raccatta alcuni sassolini nell'orto: vieni ora da me e stai attento: Io butto nel bicchiere un sassolino o due: vedi nulla? No; buttiamocene una manata: che cosa avviene?
- Avviene che l'acqua sale sale, fino all'orlo del bicchiere.
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