Perciò, quando obbediamo regolarmente a questi bisogni naturali, stiamo bene e ci sentiamo lieti: cresciamo, siamo attivi, laboriosi, e c'interessiamo a tutte le cose nobili e buone.
Il bisogno di fumare, invece, è un tiranno egoista, che si compiace di veder trasformarsi in fumo il tabacco: e che, non solo non ci dà nulla in cambio di quel che ci prende: denaro, tempo, ingegno, salute; ma rende pestifero l'alito dei fumatori, e sparge sui loro abiti un odore irritante, che produce la tosse a chi sta loro vicino.
Vi sono altre persone che prendono il tabacco pel naso. Quello è in polvere e viene conservato nelle tabacchiere. I consumatori mettono nella scatoletta il pollice e l'indice e s'introducono la presa nelle narici, colla stessa disinvoltura colla quale voi mettereste in bocca una pallottola di zucchero.
E io conosceva un signore il quale, ogni volta che il caso lo faceva assistere a una tale operazione, esclamava: "Strana idea quella di respirar colla bocca e di mangiare col naso!" Un ragazzino, molto assennato e riflessivo, rispondeva a certi scioperati che volevano costringerlo a fumare e a stabaccare: - Ma vi pare ch'io voglia far del mio naso un letamaio e della mia bocca un camino? -
Infatti la bocca d'un fumatore diventa un vero camino: vi si forma la filiggine: i denti, di bianchi che erano, diventano tutti neri: e la bocca perde, oltre al suo più bell'ornamento, anche la freschezza e la salute, che alle labbra dei fumatori, ostinati suol venire quella schifosa malattia che si chiama "il cancro dei fumatori"!...
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