A poco a poco la soda e il grasso si uniscono, si fondono insieme e formano come uno strato galleggiante sull'acqua. Quando il miscuglio è fatto, si vuota la caldaia sopra una gran tavola ad alti orli: l'acqua scola e il miscuglio di soda e di grasso rimasto sulla tavola, si raffredda, si condensa e diventa quel sapone, di cui tutte le persone pulite apprezzano l'utilità.
Quello fabbricato con la potassa non indurisce e resta sempre come una pasta molle. È quello che comunemente si chiama sapone tenero.
Il sapone col quale si lava la biancheria, vien detto sapone di Marsiglia, perchè è appunto in questa città che se ne fabbrica la maggior quantità. Questa sola città ne vende annualmente più di 70 milioni di chilogrammi, ciò che rappresenta, al prezzo con cui è venduto ai consumatori (circa L. 1,10 il chilogramma) un valore di 77 milioni di lire.
Il sapone bianco e le saponette sono fabbricate allo stesso modo: se non che per la loro fabbricazione vengono adoperati olii e grassi più fini: e sono resi più piacevoli da essenze odorose e da sostanze che immorbidiscono la pelle, come miele e sugo di lattuga: e per mezzo di stampe speciali si dà loro curiose e graziosissime forme. Infatti ci sono saponette che rappresentano mele, pesche, pesci, uccelli, scatole e perfino bambini.
Il sapone è un composto che data da moltissimo tempo. Gli antichi popoli d'Egitto e della Grecia lo adopravano: e in Italia, nelle rovine di Pompei, fu rinvenuta una fabbrica di sapone con tutti i suoi utensili e perfino con una provvista di sapone, atto ad esser venduto.
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