Le porte e le finestre della nostra casa.
Il nostro corpo è la casa di cui noi siamo gl'inquilini: e le porte e le finestre non sono altro che i nostri cinque sensi, per mezzo dei quali comunichiamo col mondo esteriore: i nostri cinque sensi, lo sapete bene, sono la vista, l'udito, l'odorato, il gusto e il tatto.
Se l'uomo non possedesse i sensi, starebbe rinchiuso dentro al suo corpo, come un prigioniero dentro una torre senza aperture: non vedrebbe, non udirebbe nulla: triste esistenza invero! Tanto varrebbe morire!
Ma fortunatamente la nostra prigione ha delle aperture per mezzo delle quali l'uomo può vedere, udire, e uscire, per così dire, di sè stesso: e volendo esser giusti, il corpo, meglio che prigione, potrebbe assomigliarsi ad una piacevole abitazione. Queste aperture (seguitiamo a servirci della stessa immagine) sono gli occhi, gli orecchi, il naso, la lingua e la pelle. Questi organi, dotati d'una speciale sensibilità, sono costrutti in modo da poter adempiere all'ufficio pel quale sono stati destinati, e per mezzo di essi, noi possiamo comunicare col mondo esteriore, appunto come il prigioniero dalle finestre della sua prigione.
La vista e l'udito vogliono esser lodati pei primi, come quelli che ci arrecano maggiori e più importanti servigi: la vista, col solo mezzo dello sguardo, ci permette di studiar la natura, le opere dell'uomo, con tutti i loro colori, le loro forme, dimensioni e distanze: ci permette di esaminare la fisonomia piacevole o antipatica delle persone che avviciniamo.
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