Tristi nidi, dei quali non vorrebbero certo sapere i lupi che dormono tra il verde dei boschi ed hanno per padiglione il cielo azzurro!
E l'udito? Supponiamo che l'uomo ne sia privo! Addio, graziosi effetti dell'eco: addio sublimi musiche dei grandi maestri! Addio, canti melodiosi dei grandi artisti! Il mondo dei suoni è morto. Voi non udrete più lo stormire misterioso delle frondi, il placido mormorìo del ruscello, il tremendo fracasso dell'oceano in tempesta: quante minaccie abbia il tuono, quante promesse l'ondulazione delle grosse spighe di grano che si soffregano tra loro, voi non lo saprete più. I gemiti del violino, il rullìo de' tamburi, il fragore delle trombe, il canto degli uccelli; la voce dei quadrupedi, il ronzìo degl'insetti, tutto tace! Tutto è morto per voi: la natura vi nega le sue armonie: Essa è sepolta, per voi, in un eterno silenzio.
Tutto questo vi farà comprendere qual grave perdita sarebbe per noi quella dell'udito! Il viaggiatore che di notte tempo percorre la lunga sua via, canta: non già pel gusto di cantare, ma per udire una voce! L'urlo d'una bestia feroce, il fischio d'un serpente, lo stormire delle fronde, bastano per avvertirlo dell'imminenza d'un pericolo: ma guai se egli non udisse quell'urlo, quel fischio e quello stormire.
Fra tutti i suoni che il nostro udito può afferrare, il più simpatico, il più lieto, il più eloquente, il più melodioso è quello della voce umana: e dico della voce umana, poichè anche gli animali hanno la loro voce e sanno benissimo che il senso dell'udito è posseduto dall'uomo.
| |
|