Guai a chi presta orecchio, senza protestare, alla vile maldicenza! Guai a chi non sa valersi degnamente dei doni di Dio o, peggio ancora, li fa strumenti di passioni malvagio.
Preghiamo, fanciulli, affinchè il Signore ci preservi dalla vergogna di profanare la parola e l'udito!
Commiato.
Siamo giunti all'ultima pagina del libriccino, la cui lettura oltre al non aver forse avvantaggiato di molto la vostra educazione intellettuale, vi sarà stata certo cagione di qualche sospiro precoce, di qualche pensiero non lieto. Perdonatemi. Perdonate a questa vostra amica, che non sa risolversi a usare con voi le blandizie giocose con le quali si addestrano dai saltimbanchi e bertuccio e orsacchiotti. A voi, creature intelligenti, destinate alla vita, ho voluto insegnare la vita: non quale ve la presentano i giornaletti della domenica e i libriccini moderni, ma qual è nella realtà.
Le lacrime che avrete visto brillare talvolta nelle pupille di vostra madre, gl'infelici che implorano dalla vostra carità un pezzo di pane che li sfami, un sorso d'acqua che li disseti: gl'infermi che popolano gli ospedali, i traviati onde rigurgitano le carceri, vi hanno detto, avanti di me, che la vita non è un giuoco.
Non la crediate neppure una sventura. È un viaggio al quale bisogna prepararsi per tempo. Che direste d'un incauto che, accingendosi alla traversata di oceani sconosciuti, non si provvedesse della bussola?
Ecco perchè con queste pagine ho cercato di prepararvi, più che all'esame, alla vita: ecco perchè parlandovi della terra, vi ho fatto intravedere il cielo.
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Dio
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