Che anzi, la difficoltá sarebbe impossibilitá senza quell'aiuto, quello stromento somministrato a tempo dalla Provvidenza conduttrice degli eventi umani; non fu possibile il vero e durevole ordinamento de' governi rappresentativi, prima che si fosse inventato e diffuso un mezzo ad ampliare la discussione della cosa pubblica in quella medesima proporzione, prima che si fosse inventata e diffusa la stampa. Io ho accennato in questo volume l'epoca dell'invenzione della rappresentanza, precedente di due secoli alla invenzione, di tre o quattro alla diffusione della stampa. E l'invenzione della rappresentanza non serví, venne meno, si neglesse, si perdé, finché non fu fatta e diffusa quella della stampa.
La stampa aiuta il buono ordinamento degli Stati rappresentativi in tre modi: 1° diffondendo in tutti gli angoli del paese, portando a cognizione di tutti i concorrenti alla cosa pubblica gli atti e i discorsi e le opinioni degli uomini pubblici che la conducono; 2° discutendo via via quegli atti, que' discorsi, quelle opinioni, tutta la politica giornaliera; 3° innalzandosi a discutere, sforzandosi a stabilire una politica permanente della nazione. I due primi uffici sono della stampa giornaliera; dove questa esiste ed è libera, cessa l'utilitá e la frequenza di quegli scritti politici fatti all'occasione, che si dicono altrove "di circostanza", "brochures", "pamphlets". Ma tutt'all'incontro, l'ufficio di fondare la politica permanente d'una nazione qualunque non può esser adempiuto bene dalla stampa giornaliera; preoccupata della giornaliera politica; non si può, non si suole adempier bene da essa, nemmeno presso alle nazioni raccolte in uno Stato, dove sono una cosa sola la politica della nazione e quella dello Stato; ma è piú impossibile che mai presso a una nazione divisa in vari Stati, dove perciò sono cose necessariamente moltiplici la politica della nazione intiera e le politiche parziali degli Stati divisi.
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