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      - Perchè poi da queste regioni si sparsero a settentrione molte genti, dette giá veneti, illirici, pannoni, sarmati, e poi tzechi, lechi e russi, ed ora comprese tutte sotto il nome di "slavi"; e perché, s'io non m'inganno, alcuni segni di consanguineitá rimangono tra le lingue slave ed italiche; perciò io crederei comune pure alle due schiatte l'origine tirasena. Ma è semplice congettura.
      2. Gli iberici. - Migrarono parimente nella penisola e nell'isole nostre, gli iberici e i kettim, kelti o celti; due popoli ch'io crederei staccati dalla famiglia de' iavani. Gli iberici (che nominiam cosí per non entrare in lunga discussione sul nome loro primitivo), giunti alla nostra penisola, si divisero; e gli iberi propriamente detti progredirono oltre alle bocche del Rodano ed alla penisola detta poi Iberia da essi, mentre gli altri rimasero da noi. Questi si suddivisero poi, nominandosi ligi o liguri all'occidente di nostra penisola sulle bocche del Rodano fin oltre i Pirenei, e probabilmente anche nell'isole di Corsica e di Sardegna; vituli, viteli od itali, in mezzo; siculi, siceli e sicani, nel mezzodí e nell'isola detta da essi Sicania e Sicilia; nella quale, come nell'altre isole, tutti questi si sovrapposero a' ciclopi, lestrigoni ed altre genti fenicie, camitiche o semitiche. Ma tutti questi iberici, par che fossero men numerosi che non i tirreni; e certo non occuparono definitamente se non la metá occidentale della penisola, sia che ne cacciassero i tirreni, o che si sovrapponessero ad essi e li signoreggiassero.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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