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      - Ad ogni modo, dall'Alpi al mezzodí della penisola era risorta la potenza, cresciuta la civiltá e la coltura degli antichi tirreni; ma erasi concentrata dalla nazione intiera nella gente etrusca. E le facevan quasi corona all'intorno, i liguri alla marina oggi ancora nomata da essi, e sull'alto Po nelle sedi degli antichi taurisci mescolati forse con essi e detti allora "taurini"; i veneti sull'alto Adriatico; gli umbri ridotti forse fin d'allora a ciň che ancor si chiama Umbria; le genti italo-osche, e i magno-greci a mezzodí. Queste furono le condizioni de' nostri padri, per li quattro secoli e mezzo dopo la cacciata de' pelasgi.
      9. I galli, immigrazioni quaternarie [600 c.-391]. - Ma fin dal secolo sesto av. G. C. s'era raccolto in Asia un altro di que' nembi di genti, che precipitaron di lá per tanti altri secoli ancora sull'Europa. Un gran rimescolio, una gran contesa ribolliva in tutto il settentrione dalle fonti dell'Indo fino alle bocche del Danubio, tra le genti dette gog e magog, geti e massageti o piú modernamente sciti, e quelle dette gomer, kimri, cimbri o cimmeri. Le prime, piú orientali, cacciarono e spinsero le seconde in Europa. Queste, i kimri, inondarono Germania, Gallia, e fin l'ultima Britannia, or confondendosi, or frammettendosi tra le antiche schiatte teutoniche e galliche. La Gallia, par che rimanesse divisa diagonalmente tra i kimri a nord-ovest e i galli a sud-est verso noi. Ivi compressi, travasarono questi nella nostra penisola, con immigrazioni successive, le quali, tutte insieme e rispetto a noi, diremo quaternarie.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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