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      Del resto, queste rivoluzioni in generale, e la romana in particolare, fecero poco piú che mutare il sommo magistrato, giá unico ed ereditario od a vita secondo le occorrenze, in parecchi elettivi ed a tempo; serbando le "gerontie" o senati e le assemblee popolari, l'aristocrazia e la democrazia. In Roma i sommi magistrati fecersi annui, e chiamaronsi "consoli"; e continuò a preponderare il senato, l'aristocrazia. La quale poi fu fortissima od anche superba in quest'occasione, contro ai galli. Non che dare i giovani ambasciadori, i Fabi, chiesti a vittime, li fece capi al proprio esercito. Ma vinto questo all'Allia, fu occupata la cittá di Roma. Molti patrizi vi si fecero uccidere, dicesi, sulle lor sedie curuli; altri racchiusersi nella ròcca od arx del Campidoglio, e vi durarono assediati sette mesi; altri si raccolsero fuori in Veio, la nuova conquista; altri intorno a Furio Camillo che n'era stato il conquistatore, e che, invidiato poi, traeva l'esilio in Ardea. E Camillo (il piú grande forse fra le migliaia d'esuli italiani) guerreggiò dapprima per gli ardeati; poi, fatto dittatore, per la ingrata patria, contro agli stranieri; poi, quando gli assediati del Campidoglio ebber patteggiato co' galli, e se ne furon liberati a peso d'oro e d'umiltá, egli il dittatore annullò il patto, ed inseguí e sconfisse i vincitori predoni, e li ricacciò, per allora, a lor sedi. - Cosí l'aristocrazia, conservatrice di natura sua, conservando la patria nei pericoli estremi di guerra, mostrossi degna di conservarne il governo in pace.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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