Ad ogni modo Annibale scese ne' taurini, vinse i romani, prima al Ticino, poi alla Trebbia, poi al Trasimeno. Ma, o sbigottito, come molti, anche grandi guerrieri (non Alessandro, Cesare e Napoleone), dal pericolo d'occupar dopo una gran guerra una gran capitale, o veramente impotente a ciò, girò intorno a Roma, prese Capua; ed ivi e nella penisola meridionale comunicante con la patria, colla Sicilia e con Filippo re di Macedonia nuovo alleato suo, stabilí, come or si direbbe, una nuova base d'operazioni. Ma Roma perdurava negoziando in Grecia, e guerreggiando in Italia, in Sicilia e in Ispagna stessa. E qui fu vinta primamente sotto due Scipioni. Ma mandatovi il terzo, Publio Cornelio che è il grande, ei vi restituí e in breve vi fece soverchiar la potenza romana, e ridusse il paese a province; mentre Asdrubale ne partiva per Italia, e qui poi era sconfitto e morto, prima di raggiungere Annibale fratel suo. E allora Scipione fatto consolo, negletta la guerra di Annibale in Italia, ne portò una nuova in Africa; e con Massinissa alleato suo vinse due battaglie contra i cartaginesi e Siface, ed una terza ed ultima poi a Zama contro Annibale sforzato ad accorrervi. Quindi Cartagine domata dovette fare meno una pace che non una capitolazione; fu multata, spoglia di sue navi e suoi elefanti, ristretta all'Africa, ivi diminuita a pro di Massinissa, ed impegnata a non guerreggiare se non consenziente Roma; ridotta, in somma, a poco piú che provincia.
8. Dieci anni di estendimenti [200-190]. - Di nuovo seguono conquiste piú facili, ma pur grandissime.
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