Propensi noi a lodare chi opera grandemente, quand'anche sventuratamente, anziché chi aspetta, oziando, la fortuna, a noi paiono essi tutti e due uomini grandi nati in tempi dappoco. - Diocleziano vide i due sommi pericoli dell'imperio: le contese di successione tra i capi degli eserciti, e l'invasione de' barbari giá prementi su tutti i limiti; e tentò riparare ai due insieme con un ordinamento grande, un pensiero generoso. Solo signor dell'imperio, solo augusto, non solamente fece augusto e pari suo Massimiano, ma in breve aggiunse a sé ed al socio due cesari, o successori designati, Valerio e Costanzio Cloro. Né furono piú di quelle associazioni vane od anzi pericolose per l'imperio, utili solamente all'imperatore che guarantivano: fu vera divisione del territorio, che non era difendibile oramai da un solo imperatore. Distribuí le province tra i quattro: l'Asia a sé; Tracia ed Illirico a Valerio, cesare suo; Italia ed Africa a Massimiano augusto; e Gallia, Spagna, Britannia e Mauritania a Costanzio, l'altro cesare. Cosí (essendo tenuta dai due augusti una supremazia sui due cesari), l'imperio, giá unico, rimase fin d'allora diviso in que' due, orientale ed occidentale, che mutarono e rimutarono sí continuamente limiti e signori, ma si ricostituirono e durarono in lor dualitá poco meno che due altri secoli. Roma e l'Italia giá fin da Caracalla cadute in condizioni pari alle province, ne decadder molto indubitatamente: e ne patirono tutti i popoli che ebbero a far le spese a quattro palazzi imperiali in luogo d'uno; e tanto piú, che moltiplicaronsi d'allora in poi, in quei palazzi diventati vere corti, le pompe, gli uffici, i titoli, i rispetti, all'uso antico orientale.
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