Ma i due intenti del riformatore furono arrivati: le successioni (che nella storia appaiono, moltiplicandosi e incrociandosi, anche piú complicate) furono in effetto men contese coll'armi, rimasero piú lungamente nelle medesime famiglie; e le frontiere difese da quattro principi, ciascuno dal posto suo, furono, secondo ogni probabilitá, difese meglio che non sarebbero state da un principe universale, sforzato ad accorrere dall'oceano settentrionale al golfo persico, e a lasciar un pericolo d'invasione esterna ed uno d'usurpazione interna in ciascuno degli eserciti ove non si trovasse. - E di fatti, vinsersi allora facilmente alcuni competitori: e mantenuti i limiti europei, s'estesero momentaneamente gli asiatici dall'Eufrate al Tigri. Ma nulla č che stanchi come una operositá, una fortuna stessa, che si sperimentino insufficienti allo scopo prefisso. Dopo venti anni di regno glorioso, Diocleziano abdicň e fece abdicar Massimiano l'augusto, compagno suo [285-305]. - I due cesari, Galerio e Costanzio ne diventarono essi augusti; ma molto disugualmente, rimanendo al primo (con due nuovi cesari, Severo e Massimino) l'Oriente, l'Italia e l'Africa, ed al secondo Britannia, Gallia e Spagna solamente. E morto in breve Costanzio e succedutogli il figliuolo Costantino, prese il titolo d'augusto, ma non fu riconosciuto se non come cesare da Galerio [306]. E ne seguirono nuove guerre, finché rimase solo Costantino.
11. Il cristianesimo [1-306]. - Ma ci č debito qui accennare i princípi e i progressi di quella religione cristiana, che, nata coll'imperio, cresciuta mentre questo decadeva, e compressa, perseguitata fin ora, salí ora a un tratto a condizione di religione trionfante e regnante.
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Eufrate Tigri Diocleziano Massimiano Galerio Costanzio Severo Massimino Oriente Italia Africa Britannia Gallia Spagna Costanzio Costantino Galerio Costantino
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