- Nato in Giudea sotto Augusto, nella famiglia regia ma decaduta di Davidde, un fanciullo chiamato Gesú, era cresciuto in casa al mestiero paterno di falegname, e vi si era trattenuto trenta anni; ed avea predicato poi per tre altri, sé professando il Messia aspettato da sua nazione, sé il Cristo profetato, sé figliuolo di Dio, rinnovatore ed estenditore all'intero mondo della religione primitiva d'un solo Dio. Morto esso al tempo di Tiberio, sulla croce, per opera degli ebrei che aspettavano un liberatore politico, un Messia temporale, e che scandalezzandosi abborrivan questo; subito dopo, dodici discepoli principali di lui, detti "apostoli", e sessanta altri, tutti gente incolta, popolana, bassissima, e di quella nazione dispregiatissima, s'eran dispersi ad annunziare il gran fatto che l'Uomo Dio era risuscitato e salito al cielo, che regnerebbe spiritualmente a poco a poco sulla terra tutta, fino al fine de' secoli, ed altre simili novelle, dette fin d'allora da nemici ed amici "stoltezze de' cristiani", "stoltezze della croce". Eppure furono credute via via, secondo che si spargevano; e si sparsero prontamente, largamente. In molte cittá di Giudea, d'Asia, di Grecia, sorsero adunanze, chiese di cristiani. Il principale de' principali discepoli ne fondò una in Antiochia, poi in Roma, centro dell'imperio; e questa fu quindi la principale e centrale di tutte. Cosí l'Italia ebbe da Dio quest'ufficio di centro della cristianitá: un ufficio, come tutti quelli di quaggiú, dotato di diritti e vantaggi, carico di doveri, che vedremo, nella storia seguente, perenni.
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