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      Ancora, in parecchie delle genti, tra cui i longobardi, la decuria non era di dieci, ma di dodici; ondeché il centinaio era di centoquarantaquattro, e il migliaio di millesettecentoventotto. Ad ogni modo e all'ingrosso, per quanto si può dire in tanta varietá e mutabilitá di genti e d'usanze, questo fu quello che si può chiamare l'ordinamento costituzionale consueto delle genti tedesche all'epoca della loro invasione.
      3. Continua. - Ma oltre questo, era, se sia lecito cosí dire, pur consueto un ordinamento eccezionale. Oltre alla gente era lá la compagnia (geleite); vale a dire che tra la gente o tra varie genti, od anche d'intiere genti raccozzavasi talora una compagnia venturiera, la quale se era piccola chiamavasi "schaar" (scara, schiera); e se era grande, prendeva nome di "heer" (exercitus), e il capo di essa chiamavasi "heerzog" (dux, duca). Di tali duci venturieri furono certo molti condottieri d'invasione, e fra gli altri Ricimero. Naturalmente poi, quando stanziava l'invasione, l'heerzog, o duca, prendeva nome di "koenig", o re; e allora essa stessa la compagnia, apparisce nella storia quasi nuova gente o confederazione di genti; né altre furono probabilmente quelle che vedemmo via via quasi sorte a un tratto de' marcomanni, degli alemanni, de' burgundi, de' franchi ed altre che siamo per vedere. - Del resto, Tacito ci dá ammirabilmente anche questa costituzione straordinaria delle compagnie, dicendoci: che in esse combattevano i duci per la propria gloria, i compagni (gesinde, gasindii, commensales, leudes, fideles, ed anche poi bassi, vassi, vassalli) per il duca; il quale li nudriva, tra la guerra, colla guerra, e li ricompensava dopo la vittoria con doni d'un collare, d'un'arma o d'un cavallo.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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