Fu, in tutto, secondo de' grandi papi politici. - Agilulfo e Teodelinda poi furono fondatori di chiese e monasteri; fra cui principale San Giovanni di Monza, dove mostrasi tuttavia, fra parecchie corone di essi, quella "di ferro", che dicesi d'uno dei chiodi della Passione di Nostro Signore; ed è quella su cui, cingendola, pronunziò Napoleone quelle vane parole: - Guai a chi la tocca. - Del resto Agilulfo ebbe a reprimere parecchie ribellioni di duchi, talor alleati co' greci; guerreggiò con questi, impose loro tributo, e soffrí una correria degli ávari nel Friuli. Morí nel 615, ed ebbe a successore Adaloaldo figliuolo suo e di Teodelinda, giá associato da fanciullo al regno.
17. Successioni dei re per un secolo [615-712]. - Segue un secolo di re longobardi, poco men che simili a que' franchi contemporanei, i quali furono detti lá re "fa nulla" o poltrenti. Niuna impresa guerriera di conto, niun ordine nuovo; perciocché lo scriversi che si fece in quel secolo delle leggi antiche longobarde, come delle franche, borgognone, bavare e visigotiche fu certo cosa buona, ma non ordine nuovo. Del resto, continuano non poche storie e novelle cavalleresche, che sarebbero utili a pittori e poeti, ma che non abbiamo spazio qui di servir ad essi come pur vorremmo. - Adaloaldo fanciullo regnò prima sotto la tutela di sua madre Teodelinda; ma fatto adulto impazzí, ammaliato, dissero, da un ambasciador greco, e fu poi cacciato del regno, e spento di veleno. Tuttociò sembra accennare in quel re un ozio, un insolito tollerar i greci, non sofferto dai longobardi [625]. - Succedette Arioaldo, duca di Torino e marito di Gundeberga, figlia essa pure degli amati Agilulfo e Teodelinda; ed essa, caduta in sospetto al marito, fu chiusa in una torre, giustificata poi e liberata per un combattimento singolare.
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