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      Ma, molto piú che i fatti propri, son notevoli i tempi di Liutprando. Perciocché non fu notato abbastanza, ma allor furono incontrastabilmente, e le prime cittá indipendenti (non meno indipendenti che i comuni di quattro secoli dopo), e le prime e troppo di rado imitate confederazioni di esse, e i primi papi temporalmente indipendenti e signoreggianti; ma allor pure, novitá che rovinò quasi tutte l'altre, il primo ricorso di essi i papi ai franchi. E quindi io non saprei dire qual periodo di storia italiana meriti piú d'essere trattato distesamente, espressamente; quale perciò mi peni piú d'aver a restringere, troppo inadeguatamente. Gli imperatori greci, che poco duolci non aver luogo di nominare, s'erano succeduti peggiorando, s'erano lasciati spogliar da' persiani dapprima e da' maomettani poi (religione e potenza nuova sorta, come ognun sa, nel settimo secolo), di mezzo il loro territorio asiatico e di tutto l'africano. In Italia essi e gli esarchi avean giá piú volte conteso co' papi. E cosí tra tali contese s'eran venute sollevando Roma, Ravenna e parecchie altre cittá; s'eran piú volte nominati lor duchi, senza aspettarli di Costantinopoli (cosí Venezia tra il 713 e 716); e giá aveano se non mutati i magistrati propri, almeno aggiuntivi i maestri di militi, e schiere (scholae) di militi propri, che è piú importante; e giá dal secolo precedente o dal principio di questo ottavo, il nome nuovo di Pentapoli preso da cinque cittá, che si credono Ancona, Umana, Pesaro, Fano e Rimini, sembra accennare una prima confederazione di esse; e giá i papi eran venuti crescendo tra tutto questo.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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