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      - La storia di quest'etá non fa che svolgere i primi de' fatti qui accennati; tutta la rimanente, i successivi. E chi tema nel nostro compendio la preoccupazione della indipendenza, ricorra ad altri. La preoccupazione della indipendenza fu pur anima di tutte le storie nazionali scritte da Erodoto o piuttosto da Mosé in qua. Della sola storia d'Italia si fece sovente un'apologia od anche un panegirico della dipendenza; sappiamo, almeno in ciň, porci al par degli altri. Usciam dalla servilitá fino a questo punto almeno di pronunciare e lasciar pronunciare la parola d'"indipendenza", nella storia.
      4. Continua. - Il novello imperatore romano rimase in Roma il tempo d'inverno che soleva in qualsifosse cittá, da Natale a Pasqua; e non tornovvi mai piú. Aggravato dall'etá o dalla dignitá, dimorň poi quasi sempre in Aquisgrana sua capitale vera, la nuova Roma o futura Roma, come trovasi allor nominata. Fece molte leggi dette "capitolari", meravigliose per quell'entrar ne' particolari senza perdere i disegni, che č proprio di tutti i grandi. Guerreggiň pe' suoi figli e capitani co' sassoni, che soggiogň finalmente del tutto; con gli slavi, che tenne di lá dell'Elba; con gli unni-ávari, che spinse di lá della Theiss; co' musulmani fino in sull'Ebro e sul Mediterraneo, dove costoro pirateggiavano; co' normanni o danesi e scandinavi, che pirateggiavano sulle coste oceaniche. In Italia, Pipino re guerreggiň contra il duca di Benevento, ma senza frutto; contra greci e veneziani, con questo gran frutto per gli ultimi, che tra guerre e paci coll'imperatore occidentale, essi scossero piú che mai lor dipendenza dall'orientale.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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