E questi decreti sollevarono fin d'allora in tutta la cristianitá numerosissimi avversari a Gregorio: gli ecclesiastici concubinari, i simoniaci, e i signori che aveano date le investiture, cosí dichiarate simoniache. Da qualunque de' quali fosse mosso Cencio o Crescenzio un potente di Roma, rapí il papa dall'altare la notte di Natale in Santa Maria maggiore, e il chiuse in una torre sua. Ma prima di giorno fu liberato Gregorio a furia di popolo. Tutte queste non eran che tempeste giá provate da altri; e ben altre s'ammassavano contro a quel gran capo di Gregorio VII. I nemici delle riforme son sempre molti; perché le riforme non si fanno se non quando son grandi abusi, e i grandi abusi han sempre grandi e molti amici, quasi tutti coloro che ne approfittano. L'anno appresso [1076], vittorioso giá Arrigo in Germania convoca in Vormazia una dieta di signori feodali e di ecclesiastici inquietati in loro sedi e lor vizi; ed ivi annullano l'elezione giá riconosciuta di Gregorio VII, e lo scomunicano. Chiaro è; l'iniziativa degli eccessi venne qui dall'imperatore, e dagli amici degli abusi. Scende un messo imperiale a portar tale sfida in concilio a Roma; costui è poco men che ucciso tra l'ira che ne sorge; il papa lo salva; e lascia poi o fa scomunicare Arrigo, che fu molto naturale e secondo il costume antico; e poi sciogliere i sudditi di lor giuramento di fedeltá, che Muratori dice cosa nuova "e creduta giusta in quella congiuntura". Né mi porrò io a troncar in una riga tali questioni su cui si sono scritte biblioteche, né a risollevar questioni felicemente cadute; dico sí, che in quella etá, e secondo l'istituzione di Carlomagno, io veggo molto piú diritto nel papa di depor l'imperatore, che non nell'imperatore (del resto non incoronato ed assalitore) di deporre il papa.
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