- Del resto, continua qui e continuerá sino al fine di nostra storia la difficoltá, l'impossibilitá di trovare un vero centro, intorno a cui rannodare i fatti moltiplici. Finché durò la lotta contro agli imperatori, questi furono, se sia lecito dir cosí, centro passivo, centro contro cui si volsero gli sforzi, non di tutti purtroppo, ma de' migliori italiani, dei papi e di Firenze principalmente. Ma cessata quella lotta (per l'infausta traslazione, per l'infrancesarsi de' papi da una parte, e per la trascuranza degli imperatori dall'altra), noi dovemmo giá cercare un nuovo centro tal quale, per averne epoche, date, riposi a cui condurre via via parallelamente i fatti diversi; e cosí prendemmo dapprima gli Angioini di Napoli. Ma noi vedemmo cessata in breve lor prepotenza, anzi, quanto all'Italia media e settentrionale, ogni loro potenza; ondeché forse giá prima di qua avremmo dovuto, certo qui dobbiamo di nuovo mutar centro, e ci par migliore Milano. Del resto, quanto piú si complica la storia, tanto piú arbitrario resta qualunque ordinamento di essa. E benché i piú degli scrittori non soglian notare siffatte difficoltá insuperabili o almeno insuperate nelle loro storie, parve a noi che il renderne conto candidamente potesse conferire ai due scopi nostri, di far capire e ritenere, il meno male possibile, la nostra storia.
25. Bernabò e Gian Galeazzo Visconti primo duca di Milano [1378- 1402]. - Il ritorno de' papi non fu dunque dapprima se non principio di nuova calamitá. Corso poco piú che un anno, morí Gregorio XI [1378], e si disputò l'elezione tra dodici cardinali francesi, e quattro italiani.
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