E non lasciar all'ultimo un'opera compiuta, un benefizio alla patria, una benedizione in cuore ai compatrioti! Verona passò quindi al Carrarese, e Vicenza a Venezia; e ruppesi guerra tra quello e questa. Ma le guerre erano allora de' piú ricchi che pagavano piú venturieri; e qui non v'era paragone. Venezia prese Verona e Padova, e Francesco Novello e i piú degli altri Carraresi [1405]; e fece strozzare in carcere lui e due figliuoli di lui [1406], e pose sfacciatamente a prezzo le vite de' minori a lei sfuggiti. Venezia entrava a un tempo nella carriera delle conquiste, e in quella della scellerata virtú del secolo decimoquinto. E cosí finí anche questa famiglia d'antichi principi italiani. - Né si mosse Firenze, giá lor alleata e patronessa; era occupata in un'impresa non dissimile, quantunque men barbaramente adempiuta. Perugia e Bologna eransi liberate da' Visconti e ridonate al papa; e liberatesi Siena e Lucca. Sola Pisa rimaneva a un bastardo di Gian Galeazzo, protetto da Boucicault, signor di Genova per Francia. Costoro vendettero a Firenze il castello di Pisa, e poi il francese fece decapitare l'italiano. I pisani ripresero il castello, fecero signore un Gambacorta, sostennero un lungo e bell'assedio, e furon venduti da colui, e i fiorentini entrarono cosí a tradimento [1406], e finí la libertá di Pisa. Non vi furono crudeltá: Firenze fu sempre relativamente mite. - Quindi ivi, nella nuova suddita Pisa, convocossi un concilio a finir lo scisma. A Bonifazio IX, papa, erano succeduti Innocenzo VII [1404] e Gregorio XII [1406]. In Avignone papeggiava Pier di Luna sotto nome di Benedetto XIII. Questi due furon citati al concilio di Pisa [1409], s'appressarono, ma non vennero.
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