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      E poi la libertá del dire, il non esservi né il fatto né nemmeno l'idea delle censure moderne, fece scrivere nella nuova lingua di ogni cosa che si sapesse scrivere; e perciò primamente d'amore, che è forse il piú facile, ed è certo il piú piacevole degli argomenti a chi scrive o legge; e poi di storia patria, che è il piú necessario in ogni paese libero; e poi di ogni cosa, in quel modo enciclopedico che da Esiodo a Varrone, a Brunetto Latini e a Montaigne od anche a Bacone e Leibnizio, suol essere de' primi saggi che si facciano in qualunque letteratura incipiente, quasi a rassegna di ciò che si sa per indi progredire. E sorte tutte queste colture, sorse il commercio che n'è fratello or maggiore or minore; e sorsero le industrie, le scienze che ne son pur sorelle, tutta famiglia della libertá; in cui entraron l'arti belle, quelle arti che son forse un po' meretricie, un po' prodighe di lor favori, senza gran discernimento tra tirannia e libertá, ma che li concedon pur sempre piú compiuti insieme e piú eleganti alla libertá. Del resto, quanto al commercio in particolare, duolmi piú che mai non potermi fermare ad accennare quali fossero le condizioni di esso ne' nostri comuni, quali le libertá concedutegli. Forse ne risulterebbe un fatto tutto opposto a quello creduto volgarmente; il fatto, che esistettero ne' nostri rozzi comuni molte di quelle libertá commerciali, le quali furono spente dalla cattiva pratica, dalla scienza incipiente de' secoli successivi; le quali la scienza progredita domanda da un ottanta anni in qua, e la pratica incominciò a concedere mentre appunto io veniva scrivendo queste linee per la prima volta.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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