Adriano intendeva, badava poco a politica; attendeva a riformar Roma, la curia. Morí ai 24 settembre 1523. Ai romani, agli artisti, ai letterati parve esser liberati. - E parve loro esser risorti, quando [18 novembre] fu eletto un nuovo Medici, il cardinal Giulio, che prese nome di Clemente VII. Arti e lettere furono riprotette, benché molto meno; per la buona ragione che Leon X vi aveva speso quanto si poteva e piú, e rimanevan poveri i successori; e per l'altra che, tra la guerra di Carlo V e Francesco I, durata tutto il pontificato d'Adriano e quasi tutto quello di Clemente, fu il tempo peggiore che toccasse in quel secolo di strazi alla straziatissima Italia. Giá un nuovo esercito francese sotto Bonnivet, era ridisceso in Lombardia; e ridiscesevi un esercito tedesco sotto il Borbone, principe, contestabile e traditor di Francia. Dir le fazioni che seguirono tra questi due, e Colonna e Pescara capitani degli spagnuoli, e Giovanni de' Medici condottiero di quelle "bande nere" che si contano per l'ultima delle compagnie di ventura, ed altri minori, e le prede e le stragi di tutti, e le pesti che vi si aggiunsero, fu quasi soverchio, e riuscí noiosissimo anche nelle storie distese e del tempo; qui sarebbe impossibile ed inutile. Qui non sono nemmen piú a notare errori particolari. Quando s'è fatto quello massimo di dar la patria a stranieri, senza nemmeno serbar in mano l'armi onde approfittar di lor divisioni, di nostre occasioni, non è piú nulla a fare o dire, che soffrire finché dura il castigo di quel sommo errore, proprio o de' maggiori.
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