Ma fu infelice del paro; l'avesser fatta al principio della guerra! ora era tardi. Lo Sforza ne rimase spoglio di Milano [24 luglio], e Roma pagň caro la leggerezza, la pretesa abilitá, l'effettiva inabilitá e i lussi de' Medici. In settembre di quell'anno fu presa Roma una prima volta, e saccheggiato il Vaticano da Pompeo Colonna; e Clemente, rifuggito in castel Sant'Angelo, riescí a far patti e liberarsene. Ma l'anno appresso, il Borbone, giá vittorioso in Lombardia, in tutto il settentrione, ed a capo d'un grande esercito quasi disoccupato e non pagato, s'incammina con esso verso mezzodí; senza che si sappia, senza che sapesse egli forse qual cittá o provincia d'Italia destinasse a servir d'occupazione e di paga a sue vecchie e feroci bande. Scende, varca Appennino, minaccia Firenze, piomba su Roma [5 maggio 1527]. Addí 6 dá l'assalto ed č ucciso d'un'archibugiata che il vano Benvenuto Cellini dice aver tirata egli. Succedegli un tedesco francese, il Nassau-Oranges; e si continua, s'entra in Trastevere e Vaticano, si saccheggia ed ammazza, e si passa il Tevere; e in tutta Roma, peggio che mai, prede e stragi e tormenti a' prigioni per trarne riscatti e far palesar nascondigli, men da soldati arrabbiati che da assassini da macchia. S'aggiunsero i Colonna, la fame, la moria. Eserciti alleati s'appressarono, e non osarono mettersi in questo inferno; il papa s'arrese e rimase prigione, e poi fuggí. Carlo V fece le viste di piangerne da lontano, ma lasciň continuare nove mesi.
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