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      L'Italia era incatenata di su, di giú, e dal mezzo; in Lombardia, nel Regno, e nel papa. Casa Savoia sola, grazie al vicinato di Francia, potea sciogliersi, e si sciolse; in Piemonte solo rimase e risorse alquanto di vita italiana. Gli storici patrii, imitatori giá degli antichi, imitatori poi dei cinquecentisti, che avean negletto Piemonte quand'era un nulla per l'Italia, continuarono a trascurarlo, se non del tutto, almeno molto troppo. Botta il primo diedegli giusta importanza; ma con qualche ritenutezza ancora, quasi a lui piemontese non istesse bene ridur la storia d'Italia a poco piú che a storia del Piemonte; e perciò forse, per por nello scritto una proporzione che non è ne' fatti, s'allungò soverchiamente in alcuni affari piccolissimi del resto della penisola. Ma perciò appunto, sforzati noi a trascurar quelli nel nostro rapido sommario, sembrerem soverchiamente piemontesi; e non avendo luogo nemmeno alle difese, aspetteremo d'esser giustificati dal tempo e da' successori. Ad ogni modo, poche e misere le opere italiane di questo tempo, noi non veggiam modo di dividerle altrimenti, che seguendo i regni de' principi di Savoia.
      13.Emmanuele Filiberto [1559-1580] . - Non mai i tempi moderni s'eran mutati a un tratto come per la pace di Cateau-Cambrésis; né mai mutaron tanto nemmeno i modernissimi, fuorché per la pace del 1814 e 1815. I vent'anni seguenti furono di quiete non interrotta, di ordinamenti, o, come or si dice, d'organizzazioni universali. Nel Regno, giá vecchio suddito spagnuolo, vecchio pur giá era l'ordinamento; in Milano l'ordinamento piú nuovo s'era modellato sul primo.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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