- In Roma Pio IV Medici, che dicemmo [1559-1565], riadunò e terminò poi il concilio di Trento [1562-1563]. Del quale molto sarebbe a dire certamente, se avessimo luogo; ma non avendone nemmeno per gli affari, per li negoziati politici, non sarebbe ragione che ci estendessimo sugli ecclesiastici, piú ardui a capire e spiegare. Ondeché, riducendoci alle generalitá, diremo solamente: che il concilio lasciò le cose ecclesiastiche tali quali erano prima o s'erano svolte intanto tra' protestanti, i quali non v'assistettero mai e il respinser sempre; ma che esso ordinò, rinnovò molto bene ed opportunamente la disciplina della Chiesa cattolica; e che insomma da esso in poi il protestantismo non ottenne piú una vittoria, un estendimento, e il cattolicismo non perdette piú una chiesa o una provincia. È noto, è ammesso dagli stessi protestanti, che il loro progresso non durò se non un cinquant'anni; che d'allora in poi essi non ebbero se non stazione e regresso. Del resto, Pio IV fu papa buono, quantunque nepotista, perché il nipote in credito trovossi essere san Carlo Borromeo. - Successe Pio V [Ghisilieri, 1566-1572], che è l'ultimo papa beatificato dalla Chiesa, che fu de' pochi non nepotisti fino a' nostri dí, severissimo del resto contro agli eretici. E successe Gregorio XIII [Buoncompagni, 1572-1585], che s'uní solo, non potendo unir altri, con Venezia contro a' turchi, ma non ne riuscí nulla. - In Toscana, Cosimo il nuovo duca ordinò il ducato e governò assoluto, severo, talor crudele, alla spagnuola; men cattivo, perché è sempre minore la cattivezza d'un principe nazionale e presente.
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