Vendan le mogli e le figliuole! - Succedette un viceré men cattivo, l'almirante di Castiglia, un respiro; ma poi il duca d'Arcos, di nuovo predatore e crudele. Il quale non sapendo piú di quale erba far fascio, quali gabelle aggiungere alle tante poste e cresciute, posene una sulle frutte, che sono lá pascolo de' piú poveri. Al 7 luglio 1647, volendosi levar la nuova tassa, un fruttaiuolo rovescia irato i panieri, e li calpesta; si fa tumulto, e vi si pone a capo Masaniello, un pescivendolo, bel giovine e di credito fra' popolani. S'avventano a' palazzi de' nobili, e vi rompono ed ardono quanto possono, ma senza predare; gridano voler i privilegi, lo Stato come era sotto Carlo V, ma non rinnegano l'obbedienza al re presente, e come in Sicilia, fanno un capitano generale del popolo, Masaniello. E questi pure governa con prudenza, giustizia e gran pompa alcuni dí. Cento sedici mila della milizia napoletana ei rassegna, non caccia il viceré, ne è trattato da pari a pari. Dura cosí un otto dí; poi anch'egli n'impazza a un tratto, dopo una visita al viceré che fu creduto l'attossicasse. Ma è chiaro che sarebbe stato piú facile e piú spedito farlo ammazzare, che farlo impazzir con veleno. Ad ogni modo, abbandonato dal popolo, alcuni congiurati l'ammazzarono a schioppettate come una fiera [16 luglio]. Il popolo lo seppellí con tardi onori, e non si posò. Fecero un secondo capitano generale, un nobile, Toraldo principe di Massa; e insospettitine, l'uccisero. Ne fecero un terzo, un popolano, archibusiere, Gennaro Annese.
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