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      , la storia, l'eloquenza, la filosofia spirituale; ritardaron piú lor caduta le arti, che trovammo men costanti alla libertá, piú cortigiane, ma pur caddero; e sole fecero un vero e gran progresso quelle scienze materiali, che trovammo le piú indifferenti alle due libertá. Né caddero certamente le nostre colture per difetto di principi protettori, di grandi mecenati, di corti letterate; ché anzi, grandi, corti e principi d'allora, ne faceano pompa e gara; caddero a malgrado, anzi a cagione di queste stesse protezioni, corrotte in ozi, corrotte a' vizi, corrotte perciò di gusto inevitabilmente. E quindi, questo nostro Seicento, o piuttosto questi centoquarant'anni di che trattiamo, sono forse il piú chiaro e compiuto commento che si trovi in tutta la storia umana, di questa veritá cosí importante a capacitarcene da senno tutti noi, scrittori liberi, scrittori protetti, o protettori: che la decadenza politica delle nazioni trae e mantiene inevitabilmente seco la decadenza delle colture; che certo sono cose buone le protezioni, le spese, i premi, le onoranze, i musei, le biblioteche, le scuole, le cattedre e le universitá, ma ch'elle non servono di rimedio sufficiente alle colture decadute, finché non si rimedia alle decadute civiltá. - Ma veniamo a' particolari di ciò che furono tra quei grandi stranieri, i pretesi grandi nostri de' centoquarant'anni. Non si dimentichi mai tal contemporaneitá da chi voglia giudicarne rettamente, utilmente.
      19. Colture di questo secondo periodo [1559-1700]. - Chi voglia vedere a un tratto che fossero i principi protettori, le corti ospitali e i letterati protetti ed ospitati di questo periodo, può vederlo nella vita di Torquato Tasso.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





Seicento Torquato Tasso