E l'ebbero in effetto; incominciò Carlo quella dinastia de' Borboni, che or buoni or cattivi son pur diventati napoletani, italiani. Né s'indugiò qui come nell'Italia settentrionale. Mosse subito il Montemar, capitano degli spagnuoli, contro ai tedeschi che risalivan da Bari. A Bitonto s'incontrarono, si combatterono addí 25 maggio 1734. Vinse il Montemar, e ne fu fatto duca di Bitonto e governator di Sicilia. Alla quale poco appresso movendo, approdò a Solanto, entrò in Palermo, ed inseguí poi il resto de' tedeschi chiusi in Messina; assediolla ed ebbela a patti [25 marzo 1735], nettando cosí di tedeschi i due regni. - Poco appresso [3 ottobre] furono firmati tra Francia ed Austria i preliminari, a cui mal volenterose pur aderirono in breve Spagna e Sardegna; e cosí [19 novembre] fu conchiusa a Vienna la pace generale. Per essa Augusto rimase re di Polonia, onde giá aveva cacciato Stanislao; questi fu fatto duca di Bar e poi di Lorena, sua vita durante, dovendo passare poi questa provincia a Francia; Francesco duca di Lorena, marito di Maria Teresa l'erede d'Austria, dovea passare granduca di Toscana alla morte di Gian Gastone Medici; don Carlo rimase re di Napoli e Sicilia; Parma e Piacenza passarono all'imperatore; e re Carlo di Sardegna acquistò Novara, Tortona e la supremazia de' feudi delle Langhe, piccola parte di grandi speranze. Ma l'Italia tutta insieme fu quella che s'avvantaggiò piú: un nuovo gran regno nazionale, una nuova gran diminuzione della signoria straniera; questa ridotta a Milano, Mantova, Parma e Piacenza.
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