Si gridò, si griderá altre volte "indipendenza italiana!", ma non se ne ebbe finora il concetto, l'idea, ed anche meno la passione vera. E finché non si concepisca che non è paragone tra l'indipendenza e tutti gli altri temporali doni di Dio; finché l'idea e la passione della indipendenza non ispengano le altre idee o passioni nazionali, il giorno dell'indipendenza non sará venuto. Misere cose sono la mente, il cuore umano; di rado potenti, quand'anche concentrano lor forze; impotentissime sempre quando le distraggono, quando femminilmente, fanciullescamente, od anzi animalmente, corron qua o lá dietro a questa o quell'idea o passione. - Ma pensino i principi, che pur troppo sovente e dappertutto, e massimamente in Italia, si fanno di queste terribili fanciullaggini od animalitá; e per amore, se non di noi, di loro stessi, non vi si espongano. - Nel 1740, ai 31 maggio, morí Federigo Guglielmo re di Prussia, e gli successe il figliuol suo Federigo II, detto "il grande"; e morí, ai 20 ottobre, Carlo VI imperatore, e gli successero negli Stati, Maria Teresa, sua figlia, e Francesco di Lorena. Ma a malgrado la prammatica fatta per tal successione da Carlo VI, e riconosciuta poi nei trattati successivi da quasi tutti i principi d'Europa, sollevaronsi allora parecchi; Federigo coll'armi, prendendo subito Silesia [dicembre]; gli altri, colle trattative ed alleanze. Una ne fu fatta a Nymphemburg [18 maggio 1741] tra Francia, Baviera e Spagna, a cui poscia s'accostarono Prussia, Sassonia e re Carlo di Sardegna.
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