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      Per tali patti la mala contesa d'italiani contra italiani ebbe il fine solito, la soggezione a stranieri; per tali patti resta divelta d'Italia quella nobil isola. Paoli resistette, perdurò un anno ancora. Ma Francia guerreggiava ora per sé; guerreggiò forte e grosso; e Paoli, vinto, lasciò l'isola addí 13 giugno 1769. Esulò in Inghilterra, onde il vedremo tornare, e di nuovo inutilmente. - Ed ora (trascurando le repubblichette di Lucca e San Marino e i principatuzzi di Monaco e Massa, che porterebbero a dodici la somma degli Stati indipendenti italiani a quell'epoca), or ci volgiamo all'ultimo e piú forte e vivo di essi, al Piemonte. Ma la sua vitalitá speciale, e allor sola, stava nella guerra; e dal 1748 in poi sempre rimase in pace. Dicemmo che quando s'aprí tra Austria e Prussia la guerra de' sette anni, avendo Francia presa parte per Austria, quest'alleanza novissima allora tolse a Carlo Emmanuele III l'occasione solita di entrar in guerra. Fu sventura? Ad ogni modo fu cessazione dell'operositá guerriera di Piemonte. L'esercito tenuto in piè, riordinato, esercitato non vi supplí. Nè vi supplirono le operositá di pace, le riforme, i progressi civili fatti qui, del resto, anche meno arditamente che non altrove. Furono in tutto progressi di principato assoluto e non piú; riforme ecclesiastiche piú moderate che altrove; riforme feodali contro a' signori; uniformitá, centralitá di governo; giustizia retta e severa; severo reggimento delle finanze; e per la prima volta da molto tempo, severi costumi, severa corte.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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