Ma fosse fretta di Macdonald o indugio di Moreau, quegli si trovò impegnato solo contro a Suwarow bellamente cacciatosi in mezzo. Alla Trebbia combatteronsi tre giornate [17, 18, 19]. E battutovi Macdonald, si riuní allora a Moreau per l'Appennino; sul quale fu cosí cacciato tutto l'esercito francese, rimanendo il resto d'Italia in mano agli austro-russi. E quindi si vede, come da altri esempi numerosi antichi, nuovi e novissimi da Annibale fino a noi, che ivi pure tra il Po, la Trebbia e l'Appennino è un altro campo apprestato dalla natura, fortificato poi dall'arte variamente, alle guerre italiane, un campo che è primo o secondo in importanza a quello di Mincio ed Adige, secondoché le guerre ci vengono di Francia o di Germania; campo poi difensivo principale, forse unico, al Piemonte contro l'Austria. Vergogna a noi, a noi piemontesi dico, di non averlo saputo adoprare nell'ultima nostra prova. Avrebbe bastato a ciò seguir le patrie tradizioni, e principalmente gli ultimi esempi di Suwarow e Moreau. - Seguirono restaurazioni degli antichi governi non meno efimere, che le repubblichette testé cadute. A Napoli tornarono re, regina e il resto, incrudeliti a vendetta dal recente avvilimento e dal subitano e immeritato trionfo. Ivi Nelson sporcò la propria gloria e la bandiera inglese, imprestandola ai supplizi. In Roma, in Firenze, in Torino eran proclamati papa, granduca e re, ma assenti, e governarono intanto gli alleati poco diversi da nemici, piú odiosi. Come gl'italiani repubblicani poc'anzi, cosí ora i regii poterono imparare, che sieno le difese, le protezioni, gli ordinamenti stranieri.
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