- Lí da Vienna poi Napoleone consumava quell'usurpazione di Roma, che fu la piú leggiera al profitto, la piú grave allo scandalo, e forse al danno, di quante avesse fatte. Un decreto imperiale [17 maggio] riuniva Roma e il resto dello Stato a Francia. E ai 10 giugno era proclamata a Roma quella stolta riunione da Miollis e da una Consulta governativa composta di francesi ed italiani. Al qual fatto giugnendo, domandò licenza di notare che ad uno di questi, educato da un padre d'incomparabil virtú e precision di principi, la colpa fu tanto piú grave che ei vi ripugnava, e cedeva; non iscusata ma scemata forse dall'etá sua di diciannov'anni, da lui messa a profitto ad ogni modo coll'imparar lá a resistere per l'avvenire. Imperciocché fu ammirabile la resistenza di quei preti disprezzati; fu la sola bella e grande nell'Italia di quegli anni. Una scomunica fu affissa il dí appresso in tutta Roma, a malgrado le truppe, il governo, la polizia che l'occupavano; e quindi si sparse in Francia e tutta Europa; e se non fece certamente l'effetto delle scomuniche del medio evo, scemò pur molto in Italia e Francia e Spagna gli aderenti a Napoleone, fu il sassolino gettato al piè dell'idolo universale. E
fu portato poi via il papa [6 luglio 1809] da un general di gendarmi a Toscana, e di lá fatto errare a Francia, a Savona, a Fontainebleau; mentre succedevansi in Roma co' poteri di lui i vicari pontefici, e portato via l'uno, scoprivasene uno nuovo; e portavansi via cardinali e prelati, niuno cedente, finché se ne stancò la polizia francese; che non credo sia stato dato mai un esempio cosí unanime e costante di quel coraggio civile o disarmato, che piú d'ogni altro forse tira a sé l'opinione degli uomini, e la toglie agli opprimenti.
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