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      Del resto, fra tutti questi, due principalmente mi sembrano doversi tener cari nelle memorie italiane, Parini ed Alfieri; siccome quelli, il cui merito non fu solamente poetico o letterario, ma morale e politico, e che rimangono del piccol numero de' nostri poeti morali e virili. - Non solamente il Parini si tenne discosto dalle scurrilitá e dalle trivialitá che deturparono tanti celiatori italiani (fra gli altri il Casti e il Passeroni contemporanei di lui), discosto da que' soggetti filosofici e peggio sacri, dove le celie anche decenti sono inconvenevoli; ma ei seppe opportunamente rivolgere le sue ad utilitá, anzi ad uno de' soggetti ov'elle convengono piú, a corregger i vizi aristocratici, i vizi di quelle classi, le quali, ribellandosi all'altre correzioni, sono piú tenere a questa. Il Parini non fu certamente solo correttore di quel vizio, ridicolo al nome stesso, di cicisbeismo, che regnò ne' due secoli decimosettimo e decimottavo; ma ei fu certo uno de' primi e de' piú efficaci; aiutò l'opera de' fatti e del secolo, che è quanto può sperare qualunque scrittore; e l'aiutò, perché non volle essere né degli adulatori né dei copritori, non temette essere degli svelatori ed assalitori de' vizi patrii. Sono di quelli, anch'oggi, che si scandalizzano a queste rivelazioni, e si fanno autoritá di quel detto di Napoleone, che "bisogna far il bucato in famiglia". Ma Napoleone disse questo del dividersi, nel pericolo, dinanzi agli stranieri; ed io sono, e fui, d'accordo con lui.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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