E sarebbero a notar pure i nostri filologi, ellenisti ed orientalisti, e i nostri teologi: ma ci stringe il termine del nostro scritto. - E cosí stringeremo in poche parole ciò che ci resta a dire delle scienze naturali o materiali. Queste furono la gloria massima del secolo decimottavo, furon quelle che progredirono piú incontrastabilmente allora. E giá parecchie volte osservammo che elle son quelle che dipendon meno dalle buone condizioni politiche; tantoché nel Seicento stesso furono possibili in Italia un Galileo e i suoi seguaci. I quali si moltiplicarono e progredirono poi nel Settecento fino al 1814. Furonvi principali: Eustachio Manfredi nomato sopra fra i poeti [1674-1738], Morgagni [1682-1771], Francesco Maria Zanotti [1692-1777], Giovan Battista Beccaria [1716-1781], Spallanzani [1729-1799], Lagrangia [1736-1813], Galvani [1737-1798], Volta [1745-1826], Mascheroni [1750-1808], Mascagni [1752-1815], oltre una turba di minori. Fra' quali tutti torreggiano, come ognun sa, Lagrangia e Volta. Il primo, compaesano e contemporaneo d'Alfieri, introdusse il Piemonte alle glorie scientifiche italiane, non meno che Alfieri alle letterarie. Ma è da notare che l'uno e l'altro lasciarono la terra paterna, e la rinnegarono poi in tutto il resto di lor vita. E cosí piú o meno Denina, Baretti, Bodoni ed altri; tantoché niuna provincia italiana diede tanti migrati come questa; tanto che ei convien dire che, ferace d'ingegni, ella non fosse apparecchiata per anco al loro svolgimento.
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