Gli errori del '48 sono certi, poiché fallimmo l'impresa; ma quali sono? Chi vede gli uni, chi vede gli altri, io ne vedo forse piú che nessuno; e noterolli, anzi non vo incontro all'ingratissima fatica se non per notarli, perché credo possa essere piú utile ciò che tutto il resto del mio volume. Ma il giudicare qual parte abbia avuto ognuno in quegli errori, sarebbe materialmente impossibile qui; e non sarebbe poi anche in opera piú lunga possibile a me. Delle cose a cui si partecipò io credo che sia piú bello, piú franco farsi non giudice, ma piú modestamente avvocato; scrivere non storia, ma memorie. E queste detterò poi, quando io abbia tempo e voglia; ché non credo aver né l'un né l'altra.
Dicemmo, gli statuti, la libertá essere stata data a Napoli addí 11 febbraio, a Torino addí 4 marzo, a Firenze addí 17, a Roma addí 14 marzo. - Addí 18 incominciò il sollevamento de' milanesi; al 19 Carlo Alberto die' ordine di adunare l'esercito al Ticino. Nella notte del 22 al 23, dopo cinque giornate di sollevamento, inopportunamente fatto, meravigliosamente proseguito e finito, Milano fu libera dai tedeschi. E nel medesimo dí, cinque ore prima che ne giugnesse nuova a Torino, la guerra d'indipendenza era dichiarata dal piccolo re di Piemonte, cioè di quattro milioni e mezzo d'anime, senza un'alleanza, né politica, all'imperator d'Austria, cioè di trentasei milioni, appoggiato dall'alleanza d'Europa dal 1815. Non importa; si gridò in tutta Italia alla tardanza, alla titubanza piemontese.
| |
Napoli Torino Firenze Roma Carlo Alberto Ticino Milano Torino Piemonte Austria Europa Italia
|