insomma, a quel tempo che è il piú grande alleato di tutte le guerre d'insurrezione, che era allora il solo nostro. Ma le stolte grida fecero fare una guerra tutta opposta, una guerra in furia, una guerra che volevasi corta e grossa; e questo fu l'errore che perdette tutto, che il perderá, se occorre, altre volte; perché da questo nacquero tutti gli altri, piccoli e grandi, numerosi, di rado interrotti, sempre risorgenti, e finalmente fatali. Né io conto per tale l'aver tentata con poca e piccola artiglieria Peschiera fin dal 13 aprile, Mantova fin dal 19; questo era necessario per tastare il nemico, per vedere se era veramente o no scoraggiato, se appunto si poteva fare o no una guerra tumultuaria, senza o contra regole. Ma la vanitá dei due tentativi provò appunto il contrario; e fu errore non vederlo subito, e non chiamare fin d'allora il parco d'assedio, per una guerra che doveva essere evidentemente d'assedi, numerosi, ripetuti, continuati o lasciati, centrali a tutte le operazioni eventuali, alla Buonaparte. Ad ogni modo, fecesi bene, molto bene, ne' dí seguenti. Arrivava, ordinossi l'esercito di sessantamila uomini piemontesi e de' ducati; fecesene un corpo di due divisioni sotto Sonnaz a sinistra, uno di due altre sotto Bava a destra, una riserva di una divisione sotto il duca di Savoia. Questo era l'esercito d'operazione; ma alcune migliaia varianti in numero di volontari lombardi guardavan l'Alpi a sinistra, sulla sponda occidentale sul lago di Garda; cinque in seimila toscani arrivavano, furono posti poi a guardia contro a Mantova; diciassettemila pontifici varcavano il basso Po, e invece di unirsi co' veneziani, e chiamare a sé tutti i veneti per fare un grosso esercito minaccioso da Padova e il Bacchiglione, corsero tutto il Veneto, chiamati da tutte le cittá, inutilmente allora, fatalmente poi; e in ultimo era arrivato un migliaio, e s'aspettavano venticinquemila napoletani.
| |
Peschiera Mantova Buonaparte Sonnaz Bava Savoia Alpi Garda Mantova Padova Bacchiglione Veneto
|