Quando, all'incontro, si saprá fare senz'essi, essi avranno anche come papi le medesime ragioni a non mettervisi contro, che ebbero a non mettersi contro a' nostri nemici; lasceranno fare, tollereranno dapprima, e se ne contenteranno poi, indipendenti essi allora piú che mai, o indipendenti allora soltanto veramente. Ad ogni modo, tutti questi scontenti, scrupoli, timori, troppo naturalmente incitati dalla parte austriaca o retrograda, troppo stoltamente dalla liberale, scoppiarono all'ultimo in una allocuzione concistoriale del 29 aprile, nella quale Pio IX respingeva da sé ogni partecipazione alla guerra, e tanto piú la presidenza della confederazione o lega, ch'egli chiamava "una cotal nuova repubblica degli universi popoli d'Italia"(9). E da quel giorno fu tolta di mezzo la forza principale della causa d'Italia, tolta ogni forza alla parte moderata, che s'appoggiava al concorso dei principi, e di questo sopra tutti. Il primo effetto fu la caduta del ministero Antonelli, e la formazione d'un nuovo [4 maggio] che fu presieduto dal cardinal Soglia, ma prese nome ed andamento dal Mamiani. Il papa scrisse e mandò un legato all'imperator d'Austria per la pace, ma inutilmente. Adunaronsi le Camere, o come si disser lá i due Consigli [5 giugno]. E subito ad ogni tratto, ad ogni fatto, per ogni piccola parola del discorso del governo, degli indirizzi delle Camere, delle orazioni dei deputati, fu un dividersi, un disputare, un non intendersi, un inasprirsi a vicenda, senza paragone maggiore che negli altri parlamenti.
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