Strano! quella materia, che il Balbo non era mai riuscito a plasmare, assumeva ora da se stessa forme e contorni. I suoi occhi finalmente vedevano. Quella via, cosí angosciosamente ricercata, brancolando nel buio, gli appariva ora piana, sfolgorante di luce meridiana, conducente diritto alla mèta. Il primitivo rifiuto si cangiò in un'entusiastica e quasi baldanzosa accettazione, e con ardore giovanile egli si rimise al lavoro. Non piú esitazioni, non piú dubbiezze, non piú pentimenti: i fatti venivano a collocarsi, senza alcuno sforzo, al posto loro dovuto; i periodi stupendi sgorgavano, come un fluido corso d'acqua, l'uno dopo l'altro e l'uno indissolubilmente legato con l'altro; l'esposizione era finalmente, quale egli l'aveva tanto vagheggiata, rapida, serrata, drammatica, piena di movimento e di vita. Quella volta, non fu una fatica e un tormento, ma una liberazione e un trionfo. Dopo otto giorni, i primi tre libri erano scritti; dopo quarantatré, tutta l'opera era compiuta. E riuscí quel che il Balbo voleva: un capolavoro.
II
Non è certo il caso di spendere troppe parole intorno alle varie edizioni del Sommario e ai criteri seguiti nella nostra. Ricorderemo soltanto che, non ponendo nel novero una traduzione tedesca dovuta al Moll (Pest e Vienna, 1851), il libro fu stampato finora undii volte: 1 e 2) Torino, Pomba, 1846, nell'Enciclopedia popolare(14) e a parte; 3) Losanna, 1846(15); 4) Losanna, 1848; 5) Losanna, 1849; 6) Milano, s. a.; 7) Napoli, s. a.; 8) Bastia, s. a.; 9) Torino, Pomba, 1852; 10) Firenze, Felice Le Monnier, 1856; 11) Napoli, Pelard, 1860.
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