Gli antichi miei ed io nacqui nel loco,
Dove si trova pria l'ultimo sestoDa quel che corre il vostro annual gioco.23
Basti de' miei maggiori udirne questo;
Chi ei si furo, ed onde venner quivi,
Pių č il tacer che 'l ragionare onesto.
Parad. XVI. 40-45.
Ad ogni modo, dal secondo de' tre fratelli vennero gli Elisei tenuti poi sempre per consorti e consanguinei della famiglia di Dante. E venne questa dal terzo di essi Cacciaguida, e della moglie di lui Aldigeria; una Lombarda, secondo alcuni di Parma, ma pių probabilmente degli Aldigeri, potenti allora e poi in Ferrara.* E quindi i discendenti loro dissersi pure egli Aldigeri, od Alaghieri, Aligeri, Allighieri ed Alighieri: di che si disputa con poco pro. Cacciaguida, passato in etā virile alla crociata di Corrado Imperatore, e fattovi Cavaliero, morė in Soria verso l'anno 1147. E cosė č che il Poeta pronepote di lui, lo pone in Paradiso nel cielo di Marte, tra i guerrieri morti per la fede; e da lui, dopo lo squarcio riferito sui costumi antichi di Firenze, fa narrare in pochi ed eleganti versi la propria vita cosė:
A cosė riposato, a cosė belloViver di cittadini, a cosė fida
Cittadinanza, a cosė dolce ostello,
Maria mi dič, chiamata in alte grida;24
E nell'antico vostro Batisteo,
Insieme fui Cristiano e Cacciaguida.
Moronto fu mio frate ed Eliseo;
Mia donna venne a me di val di Pado,
E quindi 'l soprannome tuo si feo.
Poi seguitai lo 'mperador Currado,
Ed ei mi cinse della sua milizia;
Tanto per bene oprar gli venni a grado!
Dietro gli andai incontro alla nequizia
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