Amor mi spira, noto, ed in quel modoCh'ei detta dentro, vo significando.
O frate, issa82 vegg'io, diss'egli, il nodoChe 'l Notaio, e Guittone, e me ritenne
Di qua dal dolce stil nuovo ch'io odo.
Io veggio ben come le vostre penneDiretro al dittator sen vanno strette,
Che delle nostre certo non avvenne.
E qual pił a gradire oltre si mette,
Non vede pił dall'uno all'altro stilo;
E quasi contentato si tacette.
Purg. XXIV. 49-63.
Nel qual passo, che č come un'arte poetica ad uso di tutte le nazioni e le etą, non mi fermerņ ad osservare nč le bellezze, che sono tante quante le parole; e nemmeno quella ragione della superioritą di alcuni poeti d'ogni tempo: Io mi son un che, quando Amor mi spira, ecc.; nč la ragione contraria che fa i concettisti di tutte le etą, i seicentisti di tutte le lingue: E qual pił a gradire oltre si mette ecc. L'assunto mio non č di andar dietro alle bellezze poetiche del mio autore; e tengomi alle osservazioni storiche. Adunque, qui Dante distingue chiaramente due scuole Italiane di poesia: l'antica di Guitton d'Arezzo, del Notaio da Lentino, di Buonaggiunta, e gli altri oscuri, freddi e concettisti; e la nuova poi, quella del dolce stil nuovo, ispirato da amore vero: nella quale, benchč non li nomini qui, son da porre quegli altrove da lui tanto lodati, i due Guidi, Guinicelli e Cavalcanti, e Cino da Pistoja, e sč stesso. E si vede che Dante lodator dei tempi andati per li costumi, non l'era poi per la poesia; onde č ragione di tenerlo per giusto lą e qui, senza invidia ai contemporanei dove li biasima, e senza adulazione dove li loda.
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