Nè furono soli i poeti a circondar Dante ne' suoi anni giovanili: sorta era pure la prosa volgare, ed avea seguiti i medesimi andamenti. Primo scrittore di prose volgari dicesi Matteo Spinello, storico Pugliese della metà del secolo XIII; secondo, e vicinissimo a lui, Ricordano, Malaspina storico Fiorentino fino al 1286.86 Seguirono in breve Dino Compagni e Giovan Villani, contemporanei di Dante; ma quegli più vecchio, questi più giovane di lui: i quali amendue avremo occasioni di conoscere ampiamente. Avevano pur allora incominciato a novellare alcuni antichi, ma non era nato ancora il sommo dei novellatori; e forse già vivevano fra Jacopo Passavanti, ed altri scrittori di libretti di divozione e vite de' santi. Ma di tutti questi non mentovali da Dante mai, nè entrati nelle azioni di lui, basti aver fatta memoria, a compiere il novero degli scrittori che gli fecce corona in patria.
Bensì i nomi di Cimabue e di Giotto, pur testè introdotti, mi ammoniscono a far cenno dell'arti, che furono un altro grande e simultaneo progresso, un'altra parte di quella civiltà fiorentina. È noto, come sorte le arti antichissimamente nell'Italia,* a un tempo, se non prima, che in Grecia; non progredite poi, ed anzi spentevisi ai primi tempi romani, ci fossero riportate dai vinti Greci; e quindi da essi più che dai Romani, coltivate fino al tempo della barbarie, come poi, durante questa, dormissero, e non fossero se non di rado, e goffamente trattate dagli artefici Bizantini: e come finalmente nel secolo XII, in tempi già vicini al nostro assunto, elle rinascessero in Pisa, potentissima e ricchissima fra le città d'Italia, nell'edificazioni del Campo santo, del Duomo, della Torre e del Battistero, e per opera poi di Nicola Pisano scultore.
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