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Ma più importante è per noi lo stato dell'astronomia all'età di Dante. Il quale non mirava al cielo in poesia o in ispirito solamente; ma materialmente ancora, e con amore e desiderio, quale a sommo fra gli oggetti di contemplazione, e come a dimora reale degli spiriti cari e dipartiti. Nella più bella fra le lettere di Dante, scritta nell'esilio, egli accenna a questa, come a principal consolazione di sua vita dovunque si fosse. «E che? Non potrò io d'ogni dove mirare gli specchi (specula) del sole e degli astri? Non d'ogni dove sotto il cielo, speculare dolcissime veritadi?99» Quindi tutta astronomica riuscì la fabbrica del poema sacro; ed astronomiche sono altre poesie di Dante, e i commenti che ne fece.100 Ognuno sa poi, che allora l'Astronomia era tutta nel sistema Tolommaico, della terra situata al centro dell'universo, con intorno i sette-cieli rotanti dei pianeti Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno: l'ottavo delle stelle fisse, e il nono o primo mobile traente gli altri nel moto universale d'oriente in occidente. Tutto ciò è notissimo; ma i periti ammirano in molti luoghi delle opere di Dante le cognizioni di lui, che sembrano superare quelle dell'età.101 Del resto a mal grado di siffatto sistema, e così delle false basi di calcolo astronomico, un cotal Lanfranco Domenicano predisse al principio del 1261 un ecclisse solare avvenuto poi alla vigilia dell'Ascensione.102 Veggano gli scienziati se sia vero tal ecclisse, e se questa sia o no delle prime predizioni fatte.
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