E così interpretano veramente i migliori.179 Al che tutto aggiugnendo la singolare divozione od anzi l'amore con che Dante narra la vita di San Francesco nel Paradiso;180 l'altra sua pur amorevole divozione a Santa Chiara, sorella, come si sa, in religione a San Francesco;181 e le stesse ire sue contro coloro che faceano, a stima di lui, degenerar l'Ordine recente; parmi ne risulti non che una probabilità ma poco meno che una certezza morale del fatto allegato dal Buti, che Dante provò a farsi Francescano; ed una non minor certezza, ch'ei fece questa prova al tempo di che parliamo, tra il dolore della sua donna perduta, le tentazioni, i conflitti venutigli dalla donna pietosa, e l'occasione degli studii alle scuole de' religiosi. E sorridano poi gli sprezzatori; ma, se è lor conceduto da quel disprezzo, nemico naturale degli studi conscienziosi e dell'intendere i secoli lontani, s'informino delle condizioni del XIII; e vedranno non che dolci e grandi Santi, come Elisabetta di Ungheria e Luigi IX di Francia, ma pur un Guido da Montefeltro, ed altri principi feroci, vivere o morire in quella medesima divozione; e stupiranno tanto meno poi di veder seguita da un cittadino di Firenze siffatta divozione ed istituzione, tutto italiana e popolana. Ma a taluni giova far di Dante un letterato del secolo XIX, invece di quell'anima innamorata che fu del XIII, or divota or peccatrice, ora irosa ora dolcissima, e in varii modi sempre attiva, concitata ed appassionata. E tale l'abbiamo a vedere più e più d'or innanzi.
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