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      Vedremo poi al tempo della separazione e dell'esilio di Dante, parecchi atti di Gemma, che sono di buona moglie e buona madre di famiglia, e vedremo altre ragioni probabili, del non essersi riunita più d'allora in poi al marito. Ad ogni modo, se dal costante silenzio di Dante su Gemma si voglia pure arguire in lui più rispetto che affetto a lei, resti il biasimo su lui solo; e secondo ogni regola di buona critica, ne sia discolpata essa, contra cui non è un fatto da allegare. Troppo sovente i biografi, per iscusare il loro protagonista, versan accuse tutto all'intorno. Ma le biografie son pure istoria; il primo dover della quale è, giustizia a tutti. Nè è solamente pedanteria e volgarissima scortesia, ma per lo pi
      ù anche ingiustizia, questo sgridare contra le donne, più sovente tiranneggiate che non tiranne; e massime quando accoppiate con un uomo della tempra di Dante.
      Del resto, qualche lume trarremo forse da altri particolari della vita di Dante a questo tempo. Per li quali ei si vuol tornare al vicinato di lui. Già esservammo, quanto tali circostanze influissero sulla vita pubblica e privata di quei tempi. In guerra, ogni sestiere formava compagnie distinte, con bandiere e capitani proprii. In pace, s' assembravano per le elezioni, solendo uno o più eletti d'ogni sestiere formare poi i varii magistrati popolari e comunali. Tutto ciò faceva frequenti le relazioni anche private per sestieri; e nel vicinato facevansi le feste, come vedemmo di quella di maggio in casa Portinari; e nel vicinato quei crocchi, quei conversari sedendo all'uscio di casa, quegli inviti ad entrare, e que' tanti particolari di tal vita che si veggono nelle Novelle del Boccaccio, e nell'altre antiche.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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