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      Volente ed adulta era entrata Piccarda nel rifugio verginale.199 Dal quale volendo trarla, non si sa per qual ragione,* messer Corso di lei fratello, tiranno della famiglia intanto che fosse della patria, presi dodici sicarii, ed a lor capo un nomato Farinata, scalò il monistero, e rapita a forza la vergine, trassela alle sue case. Dove stracciatele le sacre bende, e rivestitala degli ornati mondani,200 la diè in moglie a un gentiluomo chiamato Rosellino della Rosa. Dice altri, che la costante Piccarda volendo serbar fedeltà al suo sposo celeste, gli raccomandasse dinanzi al Crocifisso la propria verginità; e che coperto il corpo di lebbra, e così esaudita, fra pochi giorni morisse.201 Narra altri, che fosse quel priego esaudito in altro modo, da una languente infermitade, di che ella morisse.202 Pare ad altri, all'incontro, che dal luogo ov'è posta in paradiso, e da una lunga discussione filosofica e teologica ivi aggiunta sulla volontà efficace, si debba inferire che la povera Piccarda pur titubò, prima di cadere nell'infermità desiderata. Noi non ci metteremo in tal disputa, e riferiremo i soli versi più narratorii di Dante, che son pure i più affettuosi; e il sono così, che bastano a ritrarci in Piccarda una di quelle dolci e celestiali creature femminili che egli Dante, e dopo lui Sakespeare, seppero soli forse disegnare.
      Ed io all'ombra che parea più vagaDi ragionar, drizzammi, e cominciai,
      Quasi com'uom cui troppa voglia smaga:
      O ben creato spirito, che a' raiDi vita eterna la dolcezza senti,


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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