Aggiugni le inimicizie di messer Corso contro a Messer Vieri, e a Guido Cavalcanti, vicino quello e capitano, questo amico del cuore di Dante; ed aggiugni quello sdegno che spontaneo sorge in cuor gentile dalle soverchierie stesse che non gli toccano; e conchiuderai, che il matrimonio di Dante colla Gemma Donati lo dovette cacciare in un vespaio di punture ed ire e inimicizie, indipendenti forse da Gemma, ma non operanti a rendergliela cara. Tutto ciò in generale mi par quasi certo; ma il volercisi addentrar più, sarebbe simile, e non più veritiero, a quei pettegolezzi i quali appunto si fanno ne' vicinati per ispiegare e render piacevoli le storie, altronde non ben sapute. Veggiamo piuttosto ciò che queste inimicizie private, proseguite in mezzo alle parti pubbliche, operassero accrescendole, ed accresciutene a vicenda.
CAPO NONO.
LA REPUBBLICA, LE AMBASCERIE.
(1293-1300).
La gente nuova, e i subiti guadagniOrgogli, e dismisura han generata,
Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni.
Inf. XVI.
Sempre la confusion delle personePrincipio fu del mal della cittade,
Come del corpo il cibo che s'appone.
Parad. XVI.
Già vedemmo che i tempi di Dante furono quelli del trionfo di parte guelfa in Italia; quelli in che tal parte nazionale e popolana, aiutata prima dalle dispute d'imperio che seguiron la morte dell'ultimo Svevo, poi dall'abbandono d'Italia del primo Austriaco, avrebbe forse potuto farsi universale nella Penisola, e confederarla o liberarla. Ma i Guelfi non se ne giovarono, se non per esagerare i propri principii popolani, opprimere gli avversarii, divider sè stessi, ed errare d'ogni maniera; e così venuta la solita stanchezza, non fecero altro che ammontare, frammischiare le rovine proprie sulle rovine altrui, lasciando non più che confuse e mal sode macerie agli edifizii delle future generazioni.
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