»223 Dante era appunto di questi casati di nobili o Grandi, che non erano tiranni nè di gran potere; e, fosse già per inimicizia a messer Corso che certo era de' tiranni, ovvero per poter aver i carichi della Repubblica, da cui per gli ordini del 93 erano esclusi i Grandi; ad ogni modo, certo è che ei fu di coloro che passarono dal proprio ordine a quello dei popolani, facendosi matricolare nelle Arti. In un registro, che corre dall'anno 1297 al 1300, dell'Arte de' Medici e Speziali, la sesta dell'Arti maggiori, trovasi matricolato egli, in queste parole: Dante d'Aldighiero degli Aldighieri, poeta fiorentino.224 Onde si vede quanto vano sia quel cercarsi da alcuni biografi, se Dante fosse veramente medico o speziale; chè, entrato nell'Arte così dal 32° al 35° anno di sua età, non è possibile che il facesse per incominciare così maturo ad esercitarla, nè se ne trova cenno altrove; ma certo fecelo per le ragioni dette, per uno di quei mezzi termini che si usano ne' governi liberi a scansar gli effetti d'una legge oppressiva. Certo i reggitori popolari, non che accontentarsi, dovettero dar le mani a tal artifizio ond'accrescevasi l'ordine loro: e il farsi da molti de' nobili dovea torre o scemar almeno la vergogna di tal diserzione dal proprio ordine. E ad ogni modo, Dante fu di questi, e così s'avanzò negli uffizi del reggimento popolano.*
L'entrata di Dante in questi uffizi ci è narrata dal Boccaccio con parole, secondo il solito suo, declamatorie, e troppo diverse dalla perspicuità del Villani o del Compagni.
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