XII, XIII. Due volte mandato al Re d'Ungheria, ne ottenne ogni cosa. XIV. Oratore al Re de' Francesi, ne riportò un eterno vincolo di amicizia, che pur resta fino al giorno presente. Imperociocchè ei parlava non senza sapore (non insipide) in lingua francese, e dicesi che in questa pur iscrivesse alcuna cosa.»227
Ora, da quanto vedemmo, tutte queste ambascerie dovettero essere posteriori al 1293. Una di quelle a papa Bonifazio potè essere nel 1295, subito dopo la cacciata di Giano della Bella, quando ci è narrato da Dino, che negandosi la paga a messer Giovanni da Celano capitano di 500 fanti, questi si accostò agli Aretini, e i Fiorentini mandarono al Papa perchè s'intromettesse; e il Papa così fece, e riamicò loro il capitano, per 20,000 fiorini ch'essi gli diedero.228
Parecchie poi dell'altre ambascerie al Papa, al re di Napoli Carlo II, ed al figliuolo di lui Carlo Martello re di Ungheria, e forse quella al re di Francia Filippo il Bello, poterono essere per un gran negoziato che occupò mezza Europa, e Firenze principalmente, intorno al medesimo anno 1295. Morto, in questo, Alfonso re di Aragona, s'adoprò papa Bonifazio perchè Filippo il Bello re di Francia desse a suo fratello Carlo di Valois la contea d'Angiò; questi rinunciasse il reame di Aragona, conferitogli già da papa Martino IV, a Giacomo d'Aragona fratello dell'estinto e allor re di Sicilia; e Giacomo, finalmente, rilasciasse la Sicilia a Carlo II Angioino re di Napoli. Che Firenze entrasse in tali trattati, si vede dal capitolo 13 del libro VII del Villani, che è intitolato: «Come papa Bonifacio accordò di pace lo re Carlo et Fiorentini con D. Giano d'Aragona re di Cicilia.
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